PLUM E L'ITALIA

  


Plum

Leonardo Coen, in un commosso ricordo di Guglielmo Zucconi, maestro di giornalismo, morto a Milano il 2 maggio, rievoca un simpatico e curioso aneddoto, che testimonia della ben nota passione di Zucconi per Wodehouse.
Racconta Coen ("La Repubblica", 3 maggio 1998) che nell'immediato dopoguerra Zucconi, giovane direttore de "L'Unità Democratica" di Modena, "non ebbe scrupoli" a far firmare ad Arrigo Levi le corrispondenze da lui inviate da Londra con lo pseudonimo di Roderick Glossop. Questi, come tutti i woodehousiani ben sanno, altri non è che il famigerato psichiatra persecutore di Bertram Wooster, a più riprese considerato dall'eminente sir Roderick come un pazzo furioso, per via del fatto che in diverse circostanze alcune iniziative del nostro Bertie finiscono per produrre effetti catastrofici sul baronetto. Tanto più che la figlia di sir Roderick, Honoria Glossop, ragazza intelligente quanto pestifera, finisce per innamorarsi di Bertram, gettando nella disperazione il proprio genitore e il riluttante promesso sposo.






124 titoli fino al 1957 e 67 tra il 1958 e il 1996. Sono i numeri, sicuramente difettosi, della fortuna italiana di Wodehouse, quale risulta dalle fonti bibliografiche ufficiali.
La ricchissima collezione conservata in alcune biblioteche private bolognesi (quelle dei due...fanatici wodehouseani promotori, con Mursia, di questo sito) testimonia che il successo è stato ininterrotto, con punte massime negli anni Trenta, negli anni Cinquanta e dagli anni Ottanta in poi. Editori come Bietti (prima e dopo l'ultima guerra), Monanni (che si vantava, nell'anteguerra, di essere depositaria dell'"unica edizione italiana autorizzata dall'Autore"), Elmo, furono protagonisti nelle prime due fasi. In tempi più recenti registriamo l'interesse di Mondadori, Rizzoli, Lucarini, Guanda, Tea, e soprattutto della casa editrice Mursia, che ha anche pubblicato opere autobiografiche e critiche di e su Wodehouse.
Fra i traduttori, non tutti, ahimè, dello stesso livello, vanno ricordati almeno Silvio Spaventa Filippi, Alberto Tedeschi, Carlo Brera, Elena Spagnol, e ancora S. Agnati, M. Bodoman, S. Bertola, L. Brioschi, G. Monicelli, A. Motti, R. Palazzi, O. Previtali, A. C. Trimarchi e vari altri. Fra gli estimatori italiani, le cui testimonianze saranno progressivamente - e sinteticamente - raccolte nella sezione "Hanno scritto di lui", si possono citare Oreste Del Buono e Lucio Villari, Giampaolo Dossena e Giorgio Manganelli, Guglielmo Zucconi e Guido Almansi, Fruttero e Lucentini e Franco Cavallone.





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